Cerchiamo di guardare la società, gli individui che la compongono, come se ne fossimo estranei, come se fossimo alieni che arrivano sulla Terra e osservano ciò che accade: Ritmi frenetici, caos, rumori di ogni genere e, in tutto questo, un individualismo esasperato in cui ciascuno guarda a se stesso, alle proprie convenienze eppure tutti immersi, o forse persi, in questo mare caotico. Non c’è un momento nella giornata in cui ci si fermi ad ascoltare se stessi, nemmeno in quelli che dovrebbero essere momenti di tranquillità: sempre attaccati allo Smartphone e condividere ogni cosa con chiunque attraverso i Social.
Come ascoltare se stessi? Attraverso il silenzio
Il silenzio consente di guardarsi dentro, stemperare le tensioni, riflettere su ciò che si sta facendo, sui nostri valori e sulla loro applicazione; siamo bombardati dalla TV, da parole di amici, conoscenti, dal proprio partner e siamo talmente presi da tutto ciò che non riusciamo più ad accettare il silenzio, anche quando siamo soli abbiamo bisogno di sentire una musica in sottofondo o di sentire la TV che ci tiene compagnia anche se, in realtà, nemmeno la guardiamo o sappiamo di che si parla. Il nostro cervello è costantemente sotto stimolo e siamo sempre concentrati intorno a ciò che ci accade intorno, troppo poco su ciò che è la nostra interiorità e tutti gli stimoli, se dovessero improvvisamente cessare, ci farebbero sentire a disagio.
Il valore del silenzio
Molte persone ritengono di non poter vivere nel silenzio, quello del mare d’inverno, della campagna, di una giornata in solitudine in montagna solo con il rumore del vento che ti avvolge, tu e te stesso: è questo che ti impaurisce? Doverti guardare dentro e esaminarti? Eppure il silenzio è positivo, consente di aumentare la consapevolezza di se stessi. Invece il silenzio viene percepito come qualcosa di negativo, una cosa che ci mette a disagio, che ci fa paura; secondo lo scrittore spagnolo Ramon Panikkar, la paura del silenzio è uno dei problemi dell’umanità ma questo è dovuto solo al tipo di società che la stessa umanità ha creato, un insieme di rumori e suoni continui di ogni genere, per cui in assenza di questo si genera un senso di mancanza di appartenenza, un isolamento che ci impaurisce.
Occorre, invece, abituarci a ritagliare ciascuno uno spazio di silenzio in cui guardare dentro se stessi. Qualcuno la chiama meditazione ma in realtà non lo è perché non ci si concentra su qualcosa, semplicemente si recupera un rapporto intimo con la propria persona. Gli psicologi consigliano alcuni momenti di silenzio, soprattutto dopo una giornata caotica e stressante, come una cosa utile per la salute mentale. Questo porta ad una vita più serena ed equilibrata; nel silenzio possiamo analizzare il nostro intimo e dare risposta ad alcuni interrogativi che restano imbrigliati nel caos quotidiano: che cosa voglio? Di cosa ho bisogno? Quali sono le preoccupazioni che mi mettono ansia? Cosa voglio fare? Quali sono le mie decisioni che voglio mettere in atto? Queste sono le domande da porsi, le risposte le trovi nel silenzio.